CHIESA SANTA MARIA DELLE GRAZIE
Il 1 luglio del 1995 sui resti dell’antica Cappella (risalente agli inizi del 1800 e poi demolita negli anni ‘80) veniva consacrata la nuova chiesa, dedicata alla veneratissima patrona di Casalvecchio di Puglia: Santa Maria delle Grazie.
Un evento straordinario che coinvolse tutta la cittadinanza, la quale, aveva contribuito in maniera significativa alla realizzazione del nuovo luogo di culto. L’opera dei lavori fu progettata e diretta a titolo gratuito dall’ingegner Michele Schiavone di Torremaggiore, e fu realizzato dalla ditta "Schiavone Tevere" che in breve tempo portò alla luce il nuovo edificio religioso, un complesso architettonico di stile romanico moderno, ma soprattutto funzionale per le celebrazioni solenni, considerata la sua particolare capienza. Unitamente alla chiesa furono realizzati dei locali attigui molto spaziosi che vennero utilizzati sin da subito come sacrestia, aule per il catechismo e spazio per il tempo libero dei ragazzi oltre ad una sala apposita per la confraternita della Madonna delle Grazie; in questi locali attualmente ha sede anche l'oratorio parrocchiale.
Nell’area sottostante la chiesa, è stato costruito un teatro (completo di spogliatoi e servizi igienici), e che negli anni è diventato un punto di ritrovo importante in occasioni di feste e rappresentazioni teatrali anche di tipo scolastico. Tutta questa nuova e imponente struttura è stata resa possibile anche grazie al contributo di insigni benefattori oltre che all’utilizzo di fondi statali per i quali si è impegnata l'autorità diocesana sbloccando una cospicua somma del Ministero dei lavori pubblici che altrimenti sarebbero andati perduti.
Un merito speciale va di sicuro riconosciuto all’allora giovane parroco di Casalvecchio don Erminio di Bello, "l'anima della ricostruzione" che mise a disposizione tutta l’energia, l’entusiasmo e la passione che possedeva, nel voler mettere in piedi in un piccolo paese come Casalvecchio, qualcosa di grande, di diverso dal solito, un punto nuovo di aggregazione religioso e sociale che potesse in tal modo dare slancio vitale alla nostra comunità, come egli stesso osava dire nel voler realizzare una “Lucera due”.
Don Erminio fu parroco di Casalvecchio per 10 anni dal 1988 al 1998, egli aveva appena 29 anni quando arrivò a Casalvecchio e fu la sua prima esperienza di parroco, ma in pochi anni infervorendosi sempre di più, si intestò questo progetto impegnativo e straordinario della costruzione della nuova chiesa e si prodigò incessantemente assieme alla fatica e all’ingegno di tante maestranze, tra queste anche le fornaci Celeste di Casalnuovo, che con i suoi dipendenti di Casalvecchio e dei Comuni vicini contribuirono alla costruzione della chiesa offrendo il necessario materiale laterizio.
I lavori si conclusero nel 1995, il 1 luglio di quell’anno infatti dopo un’intensa preparazione alla festa tenutasi nella chiesa parrocchiale con gli interventi spirituali di molti sacerdoti della diocesi e delle comunità vicine, il simulacro della Beata Vergine delle Grazie, lasciò definitivamente la chiesa parrocchiale dei santi apostoli Pietro e Paolo che l’aveva accolta e custodita per più di un quarto di secolo, e dopo aver percorso processionalmente via Santa Maria delle Grazie in mezzo ad una folla immensa ed esultante, tra il suono roboante delle campane a distesa e la vistosa scenografia dei balconi colorati addobbati a festa, dai quali scendevano petali di fiori profumati, l’effige della Madonna raggiunse la sua nuova dimora.
Il vescovo diocesano di allora mons. Raffaele Castielli, una volta arrivato anch'egli dinanzi al portone di ingresso della chiesa, espletò i riti di apertura secondo la tradizione latina e spalancò ufficialmente le porte della nuova chiesa. Poco dopo in una chiesa gremitissima di fedeli, alla presenza delle diverse autorità civili e militari, del sindaco di allora ingegner Matteo Calzone e di tutti i componenti del Consiglio comunale, il vescovo mons. Castielli assieme ai numerosissimi sacerdoti giunti per l'occasione, celebrò la santa Eucarestia con la quale consacrò solennemente il nuovo tempio di Dio dedicandolo a Maria Santissima delle Grazie, attraverso i riti di unzione, di incensazione, copertura ed illuminazione dell'altare e delle quattro croci e candele poste ai lati della parete della chiesa.
In quell’occasione si costituirono gruppi di giovani volontari per controllare e contenere la folla di persone che erano trepidanti di entrare per la prima volta nella nuova chiesa per ammirarne tutta la sua bellezza. Il 2 e il 3 luglio seguenti ci furono i solenni festeggiamenti alla Madonna delle Grazie che si tennero quindi nella nuova chiesa, e dalla quale prese avvio la tradizionale processione della Madonna per le vie del paese.
Da allora sono trascorsi più di 25 anni, e la nostra chiesa è diventata sempre più bella e accogliente, anche grazie alla cura amorevole dei diversi parroci che si sono via via succeduti, essa, infatti, è diventata un punto centrale ed insostituibile dei momenti più importanti e significativi della vita di ogni singolo fedele e di tutta la comunità religiosa e civile di Casalvecchio, anche attraverso i tanti sacramenti celebrati ogni anno all’interno della chiesa.
Di quella stagione di ricostruzione della chiesa purtroppo molti oggi non ci sono più, il vescovo mons. Castielli è deceduto il 3 agosto del 2018, e assieme a lui tanti parrocchiani uomini e donne che furono protagonisti di un momento storico della nostra cittadinanza, alcuni dei quali avevano anche dato vita ad un comitato per la ricostruzione della chiesa, mettendo a disposizione il loro tempo e il loro entusiasmo a servizio della comunità, fra tutte in prima linea c’era l’umile e devota signorina Lucia Andreano, ed è anche grazie al loro impegno che oggi possiamo godere della meraviglia della nostra diletta chiesa.
Lo stesso don Erminio Di Bello, a causa di un brutto male che lo ha colpito, ci ha lasciati prematuramente il 18 luglio 2018 a soli 59 anni, il quale però fece in tempo a partecipare in modo visibilmente commosso al ventennale della consacrazione della chiesa, esattamente il 1° luglio del 2015, quando l’allora parroco don Modesto de Girolamo invitò diversi sacerdoti e tutti i suoi predecessori parroci per una solenne celebrazione eucaristica, quale motivo di grande festa e di ringraziamento al Signore.
Cinque anni più tardi, nel 2020, si è celebrato il XXV° della sua riedificazione, anche se tale anniversario è coinciso con un momento storico molto difficile per l'umanità e dunque anche per la piccola comunità di Casalvecchio, la grave emergenza pandemica legata al coronavirus, che ha di fatto impedito di poter svolgere i solenni festeggiamenti con la tradizionale processione della venerata statua della santa Patrona per le vie del paese; tuttavia, questo spiacevole imprevisto, non ha assolutamente intaccato il sentimento affettivo e spirituale dei fedeli di Casalvecchio, i quali hanno potuto ugualmente esprimere, seppur con modalità alternative e rigorosamente raccomandate dal vescovo della diocesi, la propria devozione nei riguardi della Madonna delle Grazie.
All'interno della nuova chiesa vi sono custodite diverse immagine sacre, oltre alla venerata effige della Madonna delle Grazie, e quella del compatrono San Nicola di Bari, sono esposte anche le statue di San Matteo apostolo ed evangelista, (restaurata) San Giuseppe, san Rocco, e san Pio da Pietrelcina; vicino al tabernacolo invece è stata posta di recente la statua di San Francesco Saverio, patrono delle missioni.
Vi è poi un grazioso dipinto raffigurante l'Annunciazione dell'Angelo alla Vergine Santissima, risalente al 1926.
Sotto l'altare quadrilatero della chiesa vi sono dei frammenti di reliquie di San Francesco Antonio Fasani, (patrono della diocesi) san Liberato martire, e san Gaspare del Bufalo, fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue.
Un evento straordinario che coinvolse tutta la cittadinanza, la quale, aveva contribuito in maniera significativa alla realizzazione del nuovo luogo di culto. L’opera dei lavori fu progettata e diretta a titolo gratuito dall’ingegner Michele Schiavone di Torremaggiore, e fu realizzato dalla ditta "Schiavone Tevere" che in breve tempo portò alla luce il nuovo edificio religioso, un complesso architettonico di stile romanico moderno, ma soprattutto funzionale per le celebrazioni solenni, considerata la sua particolare capienza. Unitamente alla chiesa furono realizzati dei locali attigui molto spaziosi che vennero utilizzati sin da subito come sacrestia, aule per il catechismo e spazio per il tempo libero dei ragazzi oltre ad una sala apposita per la confraternita della Madonna delle Grazie; in questi locali attualmente ha sede anche l'oratorio parrocchiale.
Nell’area sottostante la chiesa, è stato costruito un teatro (completo di spogliatoi e servizi igienici), e che negli anni è diventato un punto di ritrovo importante in occasioni di feste e rappresentazioni teatrali anche di tipo scolastico. Tutta questa nuova e imponente struttura è stata resa possibile anche grazie al contributo di insigni benefattori oltre che all’utilizzo di fondi statali per i quali si è impegnata l'autorità diocesana sbloccando una cospicua somma del Ministero dei lavori pubblici che altrimenti sarebbero andati perduti.
Un merito speciale va di sicuro riconosciuto all’allora giovane parroco di Casalvecchio don Erminio di Bello, "l'anima della ricostruzione" che mise a disposizione tutta l’energia, l’entusiasmo e la passione che possedeva, nel voler mettere in piedi in un piccolo paese come Casalvecchio, qualcosa di grande, di diverso dal solito, un punto nuovo di aggregazione religioso e sociale che potesse in tal modo dare slancio vitale alla nostra comunità, come egli stesso osava dire nel voler realizzare una “Lucera due”.
Don Erminio fu parroco di Casalvecchio per 10 anni dal 1988 al 1998, egli aveva appena 29 anni quando arrivò a Casalvecchio e fu la sua prima esperienza di parroco, ma in pochi anni infervorendosi sempre di più, si intestò questo progetto impegnativo e straordinario della costruzione della nuova chiesa e si prodigò incessantemente assieme alla fatica e all’ingegno di tante maestranze, tra queste anche le fornaci Celeste di Casalnuovo, che con i suoi dipendenti di Casalvecchio e dei Comuni vicini contribuirono alla costruzione della chiesa offrendo il necessario materiale laterizio.
I lavori si conclusero nel 1995, il 1 luglio di quell’anno infatti dopo un’intensa preparazione alla festa tenutasi nella chiesa parrocchiale con gli interventi spirituali di molti sacerdoti della diocesi e delle comunità vicine, il simulacro della Beata Vergine delle Grazie, lasciò definitivamente la chiesa parrocchiale dei santi apostoli Pietro e Paolo che l’aveva accolta e custodita per più di un quarto di secolo, e dopo aver percorso processionalmente via Santa Maria delle Grazie in mezzo ad una folla immensa ed esultante, tra il suono roboante delle campane a distesa e la vistosa scenografia dei balconi colorati addobbati a festa, dai quali scendevano petali di fiori profumati, l’effige della Madonna raggiunse la sua nuova dimora.
Il vescovo diocesano di allora mons. Raffaele Castielli, una volta arrivato anch'egli dinanzi al portone di ingresso della chiesa, espletò i riti di apertura secondo la tradizione latina e spalancò ufficialmente le porte della nuova chiesa. Poco dopo in una chiesa gremitissima di fedeli, alla presenza delle diverse autorità civili e militari, del sindaco di allora ingegner Matteo Calzone e di tutti i componenti del Consiglio comunale, il vescovo mons. Castielli assieme ai numerosissimi sacerdoti giunti per l'occasione, celebrò la santa Eucarestia con la quale consacrò solennemente il nuovo tempio di Dio dedicandolo a Maria Santissima delle Grazie, attraverso i riti di unzione, di incensazione, copertura ed illuminazione dell'altare e delle quattro croci e candele poste ai lati della parete della chiesa.
In quell’occasione si costituirono gruppi di giovani volontari per controllare e contenere la folla di persone che erano trepidanti di entrare per la prima volta nella nuova chiesa per ammirarne tutta la sua bellezza. Il 2 e il 3 luglio seguenti ci furono i solenni festeggiamenti alla Madonna delle Grazie che si tennero quindi nella nuova chiesa, e dalla quale prese avvio la tradizionale processione della Madonna per le vie del paese.
Da allora sono trascorsi più di 25 anni, e la nostra chiesa è diventata sempre più bella e accogliente, anche grazie alla cura amorevole dei diversi parroci che si sono via via succeduti, essa, infatti, è diventata un punto centrale ed insostituibile dei momenti più importanti e significativi della vita di ogni singolo fedele e di tutta la comunità religiosa e civile di Casalvecchio, anche attraverso i tanti sacramenti celebrati ogni anno all’interno della chiesa.
Di quella stagione di ricostruzione della chiesa purtroppo molti oggi non ci sono più, il vescovo mons. Castielli è deceduto il 3 agosto del 2018, e assieme a lui tanti parrocchiani uomini e donne che furono protagonisti di un momento storico della nostra cittadinanza, alcuni dei quali avevano anche dato vita ad un comitato per la ricostruzione della chiesa, mettendo a disposizione il loro tempo e il loro entusiasmo a servizio della comunità, fra tutte in prima linea c’era l’umile e devota signorina Lucia Andreano, ed è anche grazie al loro impegno che oggi possiamo godere della meraviglia della nostra diletta chiesa.
Lo stesso don Erminio Di Bello, a causa di un brutto male che lo ha colpito, ci ha lasciati prematuramente il 18 luglio 2018 a soli 59 anni, il quale però fece in tempo a partecipare in modo visibilmente commosso al ventennale della consacrazione della chiesa, esattamente il 1° luglio del 2015, quando l’allora parroco don Modesto de Girolamo invitò diversi sacerdoti e tutti i suoi predecessori parroci per una solenne celebrazione eucaristica, quale motivo di grande festa e di ringraziamento al Signore.
Cinque anni più tardi, nel 2020, si è celebrato il XXV° della sua riedificazione, anche se tale anniversario è coinciso con un momento storico molto difficile per l'umanità e dunque anche per la piccola comunità di Casalvecchio, la grave emergenza pandemica legata al coronavirus, che ha di fatto impedito di poter svolgere i solenni festeggiamenti con la tradizionale processione della venerata statua della santa Patrona per le vie del paese; tuttavia, questo spiacevole imprevisto, non ha assolutamente intaccato il sentimento affettivo e spirituale dei fedeli di Casalvecchio, i quali hanno potuto ugualmente esprimere, seppur con modalità alternative e rigorosamente raccomandate dal vescovo della diocesi, la propria devozione nei riguardi della Madonna delle Grazie.
All'interno della nuova chiesa vi sono custodite diverse immagine sacre, oltre alla venerata effige della Madonna delle Grazie, e quella del compatrono San Nicola di Bari, sono esposte anche le statue di San Matteo apostolo ed evangelista, (restaurata) San Giuseppe, san Rocco, e san Pio da Pietrelcina; vicino al tabernacolo invece è stata posta di recente la statua di San Francesco Saverio, patrono delle missioni.
Vi è poi un grazioso dipinto raffigurante l'Annunciazione dell'Angelo alla Vergine Santissima, risalente al 1926.
Sotto l'altare quadrilatero della chiesa vi sono dei frammenti di reliquie di San Francesco Antonio Fasani, (patrono della diocesi) san Liberato martire, e san Gaspare del Bufalo, fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue.
L'ANTICA CHIESA
La chiesa attuale della Madonna delle Grazie sorge sui resti di una già esistente, edificata agli inizi dell'800 grazie ad una notevole espressione di fede e di laboriosità del popolo casalvecchiese, infatti, uomini, donne e giovani, a dorso di asino o a spalle, portarono dalla fiumara o dal Fortore e delle campagne vicine, le pietre e la sabbia necessarie per la costruzione.
Strettamente collegata alla costruzione dell'antica chiesa si inserisce una leggenda tramandata oralmente secondo la quale a delineare il perimetro della chiesa ci fu una copiosa brina annunciata in sogno dalla stessa Madonna ad un contadino del posto, a cui si unisce al ritrovamento misterioso di un quadro della Beata Vergine delle Grazie, (proveniente dal Comune di Gildone nel Molise) in un pozzo di Casalvecchio, episodio questo che ha fatto sì che il legame filiale della comunità di Casalvecchio con la figura della Madonna delle Grazie diventasse sempre più intenso e ricco di devozione.
L'edificio religioso era di notevoli dimensioni, a basa rettangolare e con enormi colonne che sostenevano le volte a crociera e con delle tre grandi navate, quella centrale terminava in un magnifico coro ligneo. Nel centro del coro c'era una bellissima immagine della Madonna degli Ulivi, le cui dimensioni raggiungevano circa 2 metri di altezza.
All'interno della chiesa vi erano poi altre importanti pitture murarie di Celozzi Nicola, padre del noto maestro Attilio, alcune delle quali andate perdute e altre assieme al coro ligneo furono distrutte in un incendio del 1911; vi era anche un bellissimo quadro della Madonna, di autore sconosciuto, ed ora andato perduto, che raffigurava un bambino in mezzo agli angeli avvolta da nuvole e poggiata a sua volta da un'altra nuvoletta.
Si trovava nell'arcata sinistra con davanti un porta lampada votivo sempre acceso.
La chiesa, purtroppo, già all'inizio degli anni '70 venne chiusa al culto poiché fu interessata da gravi lesioni, procurate inizialmente da un cedimento strutturale del terreno sottostante (che diversi anni prima era un cimitero) alle quali si aggiunsero anche gli effetti degli eventi sismici del violento terremoto dell'Irpinia avvenuto il 23 novembre del 1981, che resero l'edificio sacro ancor più critico ed inagibile, motivi questi che determinarono un costante ed inesorabile decadimento della chiesa, (per alcuni abbandonata a se stessa, senza la volontà di conservazione), fino alla sua totale demolizione avvenuta negli anni '80, e dalle cui "ceneri" ora sorge la nuova chiesa.
Strettamente collegata alla costruzione dell'antica chiesa si inserisce una leggenda tramandata oralmente secondo la quale a delineare il perimetro della chiesa ci fu una copiosa brina annunciata in sogno dalla stessa Madonna ad un contadino del posto, a cui si unisce al ritrovamento misterioso di un quadro della Beata Vergine delle Grazie, (proveniente dal Comune di Gildone nel Molise) in un pozzo di Casalvecchio, episodio questo che ha fatto sì che il legame filiale della comunità di Casalvecchio con la figura della Madonna delle Grazie diventasse sempre più intenso e ricco di devozione.
L'edificio religioso era di notevoli dimensioni, a basa rettangolare e con enormi colonne che sostenevano le volte a crociera e con delle tre grandi navate, quella centrale terminava in un magnifico coro ligneo. Nel centro del coro c'era una bellissima immagine della Madonna degli Ulivi, le cui dimensioni raggiungevano circa 2 metri di altezza.
All'interno della chiesa vi erano poi altre importanti pitture murarie di Celozzi Nicola, padre del noto maestro Attilio, alcune delle quali andate perdute e altre assieme al coro ligneo furono distrutte in un incendio del 1911; vi era anche un bellissimo quadro della Madonna, di autore sconosciuto, ed ora andato perduto, che raffigurava un bambino in mezzo agli angeli avvolta da nuvole e poggiata a sua volta da un'altra nuvoletta.
Si trovava nell'arcata sinistra con davanti un porta lampada votivo sempre acceso.
La chiesa, purtroppo, già all'inizio degli anni '70 venne chiusa al culto poiché fu interessata da gravi lesioni, procurate inizialmente da un cedimento strutturale del terreno sottostante (che diversi anni prima era un cimitero) alle quali si aggiunsero anche gli effetti degli eventi sismici del violento terremoto dell'Irpinia avvenuto il 23 novembre del 1981, che resero l'edificio sacro ancor più critico ed inagibile, motivi questi che determinarono un costante ed inesorabile decadimento della chiesa, (per alcuni abbandonata a se stessa, senza la volontà di conservazione), fino alla sua totale demolizione avvenuta negli anni '80, e dalle cui "ceneri" ora sorge la nuova chiesa.