IN RICORDO DI
SALVATORE ORSOGNA
RELIGIOSO LAICO
AD UN ANNO DALLA SUA SCOMPARSA
Il 17 settembre di un anno fa, veniva a mancare Salvatore Orsogna all’età di anni 79. Si è spento presso l'ospedale Santo Spirito in Roma, dove era stato ricoverato quindici giorni prima, a causa di un'improvvisa malattia che l'aveva colpito.
Egli, era nato a Casalvecchio di Puglia il 16 febbraio del 1942 da Perrotta Elisa e Nicola Orsogna, genitori esemplari e ricchi di fede, dai quali sono nati cinque figli, Salvatore era il quartogenito, venuto al mondo dopo la sorella Maria, e i fratelli Carlo (sacerdote), Giuseppe, e per ultimo Michele.
Salvatore venne battezzato lo stesso giorno della sua nascita, presso la chiesa parrocchiale intitolata ai santi apostoli Pietro e Paolo.
Egli, era nato a Casalvecchio di Puglia il 16 febbraio del 1942 da Perrotta Elisa e Nicola Orsogna, genitori esemplari e ricchi di fede, dai quali sono nati cinque figli, Salvatore era il quartogenito, venuto al mondo dopo la sorella Maria, e i fratelli Carlo (sacerdote), Giuseppe, e per ultimo Michele.
Salvatore venne battezzato lo stesso giorno della sua nascita, presso la chiesa parrocchiale intitolata ai santi apostoli Pietro e Paolo.
A soli 12 anni, l’11 ottobre del 1954 (anno mariano) il piccolo Salvatore entrerà nell’aspirantato di Torre del Greco (NA) presso la congregazione laica dei "fratelli delle scuole cristiane", comunemente conosciuti come lasalliani, dal nome del loro fondatore San Giovanni Battista de la Salle.
Nel 1958 Salvatore passò al Noviziato, che concluse con l’emissione dei primi voti il 4 ottobre del 1959, e nel 1961 conseguì l’abilitazione all’insegnamento per mezzo del diploma magistrale.
Sin da subito si occupò di formazione, prima con i ragazzi giovanissimi del noviziato, poi con il gruppo studentato dell’università.
Dal 1964 al 1969 presterà il suo servizio presso la comunità di Villa Flaminia in Roma, per approfondire i suoi studi teologici, i quali determineranno la sua crescita spirituale e culturale.
Il 16 luglio 1967, festa della Beata Vergine del Monte Carmelo, Salvatore Orsogna emette la sua professione perpetua, durante una solenne celebrazione eucaristica che ebbe luogo alle porte di Roma, presso la ridente cittadina di Albano Laziale, al confine con la villa pontificia di Castelgandolfo.
Nel 1958 Salvatore passò al Noviziato, che concluse con l’emissione dei primi voti il 4 ottobre del 1959, e nel 1961 conseguì l’abilitazione all’insegnamento per mezzo del diploma magistrale.
Sin da subito si occupò di formazione, prima con i ragazzi giovanissimi del noviziato, poi con il gruppo studentato dell’università.
Dal 1964 al 1969 presterà il suo servizio presso la comunità di Villa Flaminia in Roma, per approfondire i suoi studi teologici, i quali determineranno la sua crescita spirituale e culturale.
Il 16 luglio 1967, festa della Beata Vergine del Monte Carmelo, Salvatore Orsogna emette la sua professione perpetua, durante una solenne celebrazione eucaristica che ebbe luogo alle porte di Roma, presso la ridente cittadina di Albano Laziale, al confine con la villa pontificia di Castelgandolfo.
SAN GIOVANNI BATTISTA DE LA SALLE - Nato in Francia nel 1651, divenne sacerdote a 27 anni. Oltre ad essere stato un pedagogista indiscusso del suo tempo, fondò, fra le altre cose, la congregazione religiosa dei "fratelli delle scuole cristiane" costituita da insegnanti, non sacerdoti. Per lui, infatti, i docenti sono educatori per vocazione; la loro missione è un autentico “ministero” educativo; essi collaborano all’ «opera di Dio»
E' deceduto in Francia, all'età di 68 anni nel 1719, è stato proclamato santo da papa Leone XIII nel 1900. Venne, inoltre, proclamato patrono degli insegnanti e degli educatori cattolici, nel 1950 da papa Pio XII:
Salvatore Orsogna conseguì la laurea in scienze religiose a Roma, presso l’Università Lateranense nel 1969, e due anni dopo anche la laurea in Lettere presso l’Università “La Sapienza”, con una tesi sui rapporti fra Chiesa e Stato negli scritti di Agobardo, vescovo di Lione.
Per 10 anni è stato insegnante presso una scuola primaria di Roma, fino al 1975, quando conseguì l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie, ruolo che eserciterà già in quell’anno a Catania, e cinque anni più tardi a Roma, presso la scuola Pio XII, nella quale presterà servizio anche come vicepreside.
Nel 1985 viene inviato all’istituto Pio IX, dove resterà ben 23 anni sia come apprezzato docente di lettere presso il noto liceo scientifico, sia come vicepreside, accrescendo negli anni la sua fama di docente preparato e serio, animato da un rigore che lasciava poche scappatoie agli studenti con poca volontà di applicarsi, e al tempo stesso, riscontrava successo negli alunni che accettavano e seguivano scrupolosamente le sue indicazioni.
Nel 2008 Salvatore torna a Villa Flaminia, la comunità della sua giovinezza, qui eserciterà ancora una volta con dedizione il suo ruolo di insegnante, poi raggiunta l’età della pensione, si presterà al servizio del doposcuola e di collaboratore in un quartiere attento alle esigenze dei più poveri, anche con il servizio mensa della carità.
Infatti, nonostante si percepisse da sempre, come insegnante, perno fondante della sua esistenza e come missione e testimonianza della sua fede in Dio, egli, poté in questi ultimi anni della sua vita, riscoprire il senso completo della sua vocazione al servizio della Chiesa, non soltanto, quindi, in un’ottica di formazione e di discernimento verso i più giovani, ma anche in una dimensione di aiuto e di vicinanza concreta verso “gli ultimi”.
Salvatore ha dimostrato inoltre di essere sempre al passo coi tempi, adeguandosi alle sfide della tecnologia e di internet, per poter ancora una volta offrire il suo contributo educativo anche per mezzo del computer.
Per 10 anni è stato insegnante presso una scuola primaria di Roma, fino al 1975, quando conseguì l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie, ruolo che eserciterà già in quell’anno a Catania, e cinque anni più tardi a Roma, presso la scuola Pio XII, nella quale presterà servizio anche come vicepreside.
Nel 1985 viene inviato all’istituto Pio IX, dove resterà ben 23 anni sia come apprezzato docente di lettere presso il noto liceo scientifico, sia come vicepreside, accrescendo negli anni la sua fama di docente preparato e serio, animato da un rigore che lasciava poche scappatoie agli studenti con poca volontà di applicarsi, e al tempo stesso, riscontrava successo negli alunni che accettavano e seguivano scrupolosamente le sue indicazioni.
Nel 2008 Salvatore torna a Villa Flaminia, la comunità della sua giovinezza, qui eserciterà ancora una volta con dedizione il suo ruolo di insegnante, poi raggiunta l’età della pensione, si presterà al servizio del doposcuola e di collaboratore in un quartiere attento alle esigenze dei più poveri, anche con il servizio mensa della carità.
Infatti, nonostante si percepisse da sempre, come insegnante, perno fondante della sua esistenza e come missione e testimonianza della sua fede in Dio, egli, poté in questi ultimi anni della sua vita, riscoprire il senso completo della sua vocazione al servizio della Chiesa, non soltanto, quindi, in un’ottica di formazione e di discernimento verso i più giovani, ma anche in una dimensione di aiuto e di vicinanza concreta verso “gli ultimi”.
Salvatore ha dimostrato inoltre di essere sempre al passo coi tempi, adeguandosi alle sfide della tecnologia e di internet, per poter ancora una volta offrire il suo contributo educativo anche per mezzo del computer.
Negli anni resterà affettivamente sempre molto legato alla sua famiglia di origine, orgoglioso dei suoi nipoti e pronipoti.
Soltanto poche settimane prima del suo decesso, Salvatore potè riabbracciare per l’ultima volta sua sorella Maria, insieme ai fratelli Carlo e Michele, un abbraccio che non lasciò minimamente presagire la fine, giunta pressoché improvvisa, di Salvatore, seguita per altro, nove mesi più tardi, dalla scomparsa della sorella Maria.
Un dolore immenso per il nostro caro don Carlo, che in così poco tempo ha perso due persone cardini della sua vita, poiché, ogni passo, ogni vicissitudine, ogni sentimento della sua lunga vita di uomo e di sacerdote, è stato sempre condiviso con essi.
Soltanto poche settimane prima del suo decesso, Salvatore potè riabbracciare per l’ultima volta sua sorella Maria, insieme ai fratelli Carlo e Michele, un abbraccio che non lasciò minimamente presagire la fine, giunta pressoché improvvisa, di Salvatore, seguita per altro, nove mesi più tardi, dalla scomparsa della sorella Maria.
Un dolore immenso per il nostro caro don Carlo, che in così poco tempo ha perso due persone cardini della sua vita, poiché, ogni passo, ogni vicissitudine, ogni sentimento della sua lunga vita di uomo e di sacerdote, è stato sempre condiviso con essi.
Don Carlo, non appena fu informato delle gravi condizioni del fratello Salvatore, si affrettò a raggiungerlo presso l’ospedale dove era stato ricoverato a Roma, accompagnandolo con le preghiere e l’estrema unzione, nell’ultimo tratto del suo pellegrinaggio terreno; ha presieduto inoltre le esequie, che si sono svolte a Roma, e a cui hanno preso parte diversi fratelli della congregazione laselliana, fra tutti, il superiore della comunità, il quale nel dare l’ultimo saluto a fra Salvatore, ha voluto tratteggiare la sua importante figura all’interno della congregazione, evidenziando la sua profonda umiltà, caratteristica derivante anche dal fatto che egli era una persona molto riservata, per cui scelse sempre di non mettersi mai in mostra, declinando, infatti, le cariche che pure gli sono stati proposti nel tempo. Non c’erano in lui nessuna intenzione di “carriera”, nonostante, i suoi confratelli gli attribuissero diverse potenzialità.
Il fratello superiore, ha confidato inoltre, che essi si sono conosciuti a Villa Flaminia, giocando a calcio, a metà degli anni ’70, facevano parte della squadra dei Freres, Salvatore giocava da terzino, ed era un tipo tosto, grintoso, marcatore puntuale, che insieme ad altre qualità, appartenevano al suo temperamento, che si è portato via via dietro per tutta la vita.
Rispettoso con tutti, si mostrava talvolta brusco, ma si apriva poi a risate improvvise poiché fondamentalmente aveva un cuore buono, anche se difeso da una scorza dura.
Il superiore, nel suo personale ricordo, si è voluto, inoltre, soffermare sulla sua figura di educatore e insegnante, rimarcando come dalla scansione dei tempi degli studi, regolari, e senza sbavature o ritardi, si poteva evincere senza ombre di dubbio, che egli, era un uomo di studio, e anche qui, riservato e di poche parole, e umile; non metteva mai in mostra il proprio sapere; prendeva sì le sue posizioni autonome e le difendeva, ma senza farne una bandiera, quasi in tono minore.
La serietà, d’altro canto, è stata la sua armatura, contrassegnata però da ottime relazioni con i colleghi, con i quali instaurava fecondi rapporti umani, oltre a manifestare una particolare passione per il teatro, che sapeva, infine, trasmettere ai suoi numerosi alunni, trascinandoli e invogliandoli ad una cultura teatrale, facendo di fatto emergere ed instaurare una sensibilità che tutt’ora resiste all’interno dell’ambiente Pio XI in Roma.
In definitiva, per il superiore, fratello Salvatore è stato un religioso insegnante a tutto tondo, nella fedeltà e nella serietà, un binomio classico della tradizione lasalliana, la cifra dunque più autentica della sua vita, la cosa specifica che ha lasciato in eredità a quanti l’hanno conosciuto, frequentato ed apprezzato come religioso e come insegnante.
Oggi, quindi nel primo anniversario della sua morte, Salvatore, verrà ricordato in modo speciale dai suoi confratelli e dai suoi famigliari.
Nella chiesa parrocchiale di Casalvecchio di Puglia, don Carlo Orsogna, unitamente al parroco don Ciro Miele, celebrerà alle ore 18 una santa messa in suffragio di Salvatore, alla quale si uniranno i fedeli parrocchiani, che si stringeranno ancora una volta attorno al nostro amato don Carlo, con l’affetto e la stima di sempre.
Possa il Signore Dio, nella sua infinita misericordia, accogliere nella dimora dei giusti, due anime buone, Salvatore e Maria, innamorati di Cristo, che pur nella diversità delle loro vite, hanno sempre messo al primo posto il bene degli altri, attraverso il servizio umile e fedele verso il prossimo!
Pasquale Criasia
Il fratello superiore, ha confidato inoltre, che essi si sono conosciuti a Villa Flaminia, giocando a calcio, a metà degli anni ’70, facevano parte della squadra dei Freres, Salvatore giocava da terzino, ed era un tipo tosto, grintoso, marcatore puntuale, che insieme ad altre qualità, appartenevano al suo temperamento, che si è portato via via dietro per tutta la vita.
Rispettoso con tutti, si mostrava talvolta brusco, ma si apriva poi a risate improvvise poiché fondamentalmente aveva un cuore buono, anche se difeso da una scorza dura.
Il superiore, nel suo personale ricordo, si è voluto, inoltre, soffermare sulla sua figura di educatore e insegnante, rimarcando come dalla scansione dei tempi degli studi, regolari, e senza sbavature o ritardi, si poteva evincere senza ombre di dubbio, che egli, era un uomo di studio, e anche qui, riservato e di poche parole, e umile; non metteva mai in mostra il proprio sapere; prendeva sì le sue posizioni autonome e le difendeva, ma senza farne una bandiera, quasi in tono minore.
La serietà, d’altro canto, è stata la sua armatura, contrassegnata però da ottime relazioni con i colleghi, con i quali instaurava fecondi rapporti umani, oltre a manifestare una particolare passione per il teatro, che sapeva, infine, trasmettere ai suoi numerosi alunni, trascinandoli e invogliandoli ad una cultura teatrale, facendo di fatto emergere ed instaurare una sensibilità che tutt’ora resiste all’interno dell’ambiente Pio XI in Roma.
In definitiva, per il superiore, fratello Salvatore è stato un religioso insegnante a tutto tondo, nella fedeltà e nella serietà, un binomio classico della tradizione lasalliana, la cifra dunque più autentica della sua vita, la cosa specifica che ha lasciato in eredità a quanti l’hanno conosciuto, frequentato ed apprezzato come religioso e come insegnante.
Oggi, quindi nel primo anniversario della sua morte, Salvatore, verrà ricordato in modo speciale dai suoi confratelli e dai suoi famigliari.
Nella chiesa parrocchiale di Casalvecchio di Puglia, don Carlo Orsogna, unitamente al parroco don Ciro Miele, celebrerà alle ore 18 una santa messa in suffragio di Salvatore, alla quale si uniranno i fedeli parrocchiani, che si stringeranno ancora una volta attorno al nostro amato don Carlo, con l’affetto e la stima di sempre.
Possa il Signore Dio, nella sua infinita misericordia, accogliere nella dimora dei giusti, due anime buone, Salvatore e Maria, innamorati di Cristo, che pur nella diversità delle loro vite, hanno sempre messo al primo posto il bene degli altri, attraverso il servizio umile e fedele verso il prossimo!
Pasquale Criasia