SUORE ADORATRICI DEL SANGUE DI CRISTO
Una foto storica scattata nel giugno del 1948 che ritraeva il gruppo di ragazze del laboratorio di ricamo gestito dalle suore del preziosissimo sangue. Nella foto vediamo suor Luigina d'Andrea a destra, e suor Eufemia Mazzone a sinistra. Fra le ragazze ci sono anche due future suore: nella prima fila in alto, la seconda ragazza da sinistra vediamo Antonietta De Lisi, l'altra invece è Enrichetta Celozzi che la troviamo nella seconda fila a partire dal lato destro,
è la quarta ragazza dopo la suora.
Nella foto inoltre ci sono anche Antonietta Celozzi, sorella di Enrichetta e Giuseppina e Maria Fratta, sorelle della futura suor Agnese.
La congregazione venne fondata il 4 marzo del 1834 ad Acuto (Frosinone) dalla religiosa italiana Maria de Mattias (1805 - 1866): la quale venne ispirata dal fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue il sacerdote romano Gaspare del Bufalo, (1786-1837) che fu definito da papa Giovanni XXIII l'apostolo più grande e devoto del Sangue di Gesù.
L'istituto ricevette il pontificio decreto di lode il 30 maggio 1855 e venne approvato definitivamente dalla santa Sede il 4 gennaio 1878.
La fondatrice è stata canonizzata da papa Giovanni Paolo II il 18 maggio 2003.
Le Adoratrici del Sangue di Cristo si dedicano all'apostolato missionario svolgendo opera di evangelizzazione e promozione umana.
La spiritualità dell'istituto è incentrata sul culto del Sangue di Gesù, ritenuto fonte di pace e di riconciliazione: per questo le suore considerano prioritari l'impegno per la riconciliazione, la non violenza, la solidarietà e il rispetto della vita.
Sono presenti in diverse parti d'Europa e del mondo la sede generalizia è a Roma.
Al 31 dicembre 2005 la congregazione contava 1.751 religiose in 330 case.
A Casalvecchio l'ordine religioso è giunto l'8 maggio del 1927, per merito di Mons. Giuseppe di Girolamo, valente vescovo della diocesi, nativo di Vallecorsa, e dunque conterraneo oltre che biografo di Maria De Mattias.
Egli non solo in Casalvecchio ma per tutto il subappennino dauno ebbe un ruolo determinante per la nascita delle comunità delle suore del preziosissimo Sangue, nella vicina Casalnuovo ad esempio le suore Adoratrici giunsero il 24 ottobre del 1927, e di là a poco raggiunsero anche Castelnuovo, Pietra Montecorvino, Volturino e Lucera.
Dopo quasi 90 anni dal loro arrivo nel 2016, le suore adoratrici hanno purtroppo dovuto chiudere la loro residenza in Casalvecchio, con la speranza però che si tratti soltanto di una parentesi, e che presto quindi la comunità parrocchiale di Casalvecchio potrà avvalersi di nuovo della collaborazione delle suore adoratrici del Sangue di Cristo e della loro insostituibile spiritualità.
Esisteva già dal 1905 il "sacro ritiro" delle figlie di Maria Immacolata, che prese avvio da sette giovanette da Casalvecchio , che aspiranti ad una vita devota , e volendo vivere come una comunità religiosa, si ritrovarono periodicamente, incoraggiate dalla nubile Filomena Braca di San Bartolomeo in Galdo. A proprie spese acquistarono una casa augurandosi di passar la loro vita nel lavoro e nelle pratiche di pietà e religione per perfezionarsi nell'amore di Dio. Esse avevano una età che andava dai 17 ai 33 anni, e man mano si erano aggiunte altre aspiranti ad una vita devota. Mons. Giuseppe Consenti, vescovo pro tempore di Lucera, aveva permesso a queste giovani di vivere in vita comune, facendole redigere un piccolo regolamento, che fu scrupolosamente messo in pratica dalle associate.
Mons. Lorenzo Chieppa, succeduto nella direzione della diocesi, al vescovo Consenti, aveva approvato l'istituzione, e il regolamento che le formalizzava, promettendo di dare alle devote un abito e un nome che le distinguessero dalle altre donne del paese.
Inoltre fin dal 1909, avevano ottenuto il permesso di erigere nell'ambito del ritiro una cappellina del Santissimo Sacramento. Dopo 13 anni di vita comune, l'8 dicembre del 1918, un delegato vescovile, Mons. Giacomo Pellegrini, imponeva l'abito e il nome religioso a queste associate, ma in un'alternativa di ingressi e di decessi, il "piccolo ritiro" vive fino al 1925, allorchè intervenne, Mons. Di Girolamo, vescovo di Lucera, a consigliare le cosiddette "monachine", prospettando loro le incertezze del futuro: l'età di alcune aggregate, infatti raggiungeva gli 80 anni, e le strutture dell'associazione erano poco solide.
Difficoltà non lievi peraltro esistevano in seno al sacro ritiro, per cui il Vescovo diocesano suggerì alle "monachine" con affetto di buon pastore di aggregarsi ad un' istituto riconosciuto dalla Santa Sede. Esse dopo tentennamenti, dubbi e discussioni, soprattutto circa l'autonomia che avrebbero perduto, accettano quanto proposto dal proprio Vescovo e viene scelta come Congregazione cui unirsi l'Istituto delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue di Cristo, per il quale il Vescovo nutriva stima ed affetto.
Le figlie di Maria Immacolata inoltrano così regolare istanza al Vescovo per l'aggregazione in parola, il quale interpellata con esito positivo la Superiora Generale madre Latina Cortese, concorda con lei i particolari pratici per l'unione e fa istanza al Prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi Card. Laurenti, cui compiega la domanda firmata da diciassette "monachine" del "sacro ritiro" di Casalvecchio, richiedendo che per esse valesse il probandato già fatto, e poiché nel Regolamento del "sacro ritiro"" non era contemplato il noviziato, solo le associate meno anziane lo avrebbero dovuto fare in Roma, con le novizie Adoratrici; quelle più avanti in età o invalide era concesso di rimanere in Casalvecchio sotto la direzione di una Suora Adoratrice. Ne avrebbero avuto vantaggio Maddalena Braca di 80 anni, Veronica Agostinelli di 70 anni, e poche altre.
L'auspicata unione avvenne l'anno successivo, nel 1926; la Congregazione delle Adoratrici riceve i beni che le "monachine" lasciano per testamento e ne assumono anche l'obbligo dei debiti che gravano sul "sacro ritiro".
Tra il 1926 e i 1928, quattordici monachine si recano in Roma per il noviziato e dopo la professione fra le Adoratici, vengono destinate in varie comunità apostoliche dell'Istituto.
Non fu facile dunque l'arrivo delle adoratrici a Casalvecchio in quell'8 maggio 1927, giorno in cui la stessa superiore Generale Latina Cortese, accompagna Veneranda Santoro, presidente centrale, e le suore Violante Bartolucci e Maria Lungaroni perché diano vita con le più anziane monachine proprio nella sede così cara al loro cuore, a una nuova comunità di Adoratrici. Non è difficoltoso immaginare quanta prudenza e carità caratterizzarono i primi tempi della istituita comunità, cui fu preposta una suora di grande sensibilità in considerazione della presenza delle anziane che si unirono alle Adoratrici, con tutto il bagaglio delle abitudini e dei ricordi, al quale non potevano certamente rinunciare. alla comunità venne dato l'orientamento apostolico secondo lo spirito delle Adoratrici, in un programma che prevedeva la scuola di lavori femminili, il doposcuola e la catechesi, e alle quali hanno fatto seguito attività di formazione per le suore più giovani e la scuola materna per i bambini del paese.
Negli ultimi tempi esse si sono dedicate esclusivamente alla cura pastorale della parrocchia coaudiuvando il parrroco nelle diverse mansioni.
Fra le tante suore che hanno messo piede a Casalvecchio e hanno operato chi per poco tempo chi per molto ma tutte con grande entusiasmo e spirito di umiltà e servizio si ricorda fra le altre:
suor Angela Gentili, suor Giuseppina Pacifico, suor Maria Letizia Nardone, suor Carla Poppa, suor Grazia Cafaro (attualmente superiora nella vicina comunità di Castelnuovo), suor Natalina De Nisi, suor Lucia Ramunno, suor Maria Paolina Palladino, suor Immacolata Iannantuono, Suor Raffaella Cesano, suor Rosa Tolve, altre ancora purtroppo decedute: suor Giuseppina De Lisi, Suor Maria Baldassarre, suor Antonietta Ricco, che è stata anche insegnante presso la scuola statale dell'infanzia, suor Grazia Valenzano, suor Maria Grazia D'amato, suor Maria Cipriani, suor Silvia Conte, suor Maria Ardito, suor Luigina d'Andrea, suor Eufemia Mazzone, suor Maddalena Fano, suor Lucia Antonicelli, suor Girolama Violante, suor Carmela Terlizzi, suor Rosa Palumbo, suor Incoronata Capuano, suor Francesca Girardi, suor Annunziata Medusa, suor Antonietta Agerbino, suor Filomena Loreto, suor Anna d'Ammacco, suor Maria Armilotta, suor Maria D'Andrea, suor Maria De Giosa, Suor Felicia Lomio.
Inoltre dal 14 al 29 ottobre del 1995, i padri e le suore del preziosissimo sangue, per volontà dell'allora parroco di Casalvecchio Don Erminio Di Bello, svolsero un'importante ed intensa missione popolare nella comunità, essa fu animata da Don Domenico Calabrese, (deceduto) Don Eliseo Pace e Don Mario Giacometti, e da Suor Ermelinda Potenza e Suor Antonietta Loreti, i quali con intrepida testimonianza di fede e non mancarono di suscitare nuove speranze e nuove vocazioni sacerdotali. Ma già nel passato la Congregazione fondata da santa Maria de Mattias fece breccia nel cuore di molte delle ragazze di Casalvecchio, le quali poi decisero di consacrarsi per sempre a Dio attraverso i voti perpetui; attualmente sono rimaste in vita suor Anna Fino e suor Maria Grazia Boccamazzo che è anche l'ultima religiosa del nostro paese ad aver emesso i voti in una indimenticabile giornata di maggio del 1989.
L'istituto ricevette il pontificio decreto di lode il 30 maggio 1855 e venne approvato definitivamente dalla santa Sede il 4 gennaio 1878.
La fondatrice è stata canonizzata da papa Giovanni Paolo II il 18 maggio 2003.
Le Adoratrici del Sangue di Cristo si dedicano all'apostolato missionario svolgendo opera di evangelizzazione e promozione umana.
La spiritualità dell'istituto è incentrata sul culto del Sangue di Gesù, ritenuto fonte di pace e di riconciliazione: per questo le suore considerano prioritari l'impegno per la riconciliazione, la non violenza, la solidarietà e il rispetto della vita.
Sono presenti in diverse parti d'Europa e del mondo la sede generalizia è a Roma.
Al 31 dicembre 2005 la congregazione contava 1.751 religiose in 330 case.
A Casalvecchio l'ordine religioso è giunto l'8 maggio del 1927, per merito di Mons. Giuseppe di Girolamo, valente vescovo della diocesi, nativo di Vallecorsa, e dunque conterraneo oltre che biografo di Maria De Mattias.
Egli non solo in Casalvecchio ma per tutto il subappennino dauno ebbe un ruolo determinante per la nascita delle comunità delle suore del preziosissimo Sangue, nella vicina Casalnuovo ad esempio le suore Adoratrici giunsero il 24 ottobre del 1927, e di là a poco raggiunsero anche Castelnuovo, Pietra Montecorvino, Volturino e Lucera.
Dopo quasi 90 anni dal loro arrivo nel 2016, le suore adoratrici hanno purtroppo dovuto chiudere la loro residenza in Casalvecchio, con la speranza però che si tratti soltanto di una parentesi, e che presto quindi la comunità parrocchiale di Casalvecchio potrà avvalersi di nuovo della collaborazione delle suore adoratrici del Sangue di Cristo e della loro insostituibile spiritualità.
Esisteva già dal 1905 il "sacro ritiro" delle figlie di Maria Immacolata, che prese avvio da sette giovanette da Casalvecchio , che aspiranti ad una vita devota , e volendo vivere come una comunità religiosa, si ritrovarono periodicamente, incoraggiate dalla nubile Filomena Braca di San Bartolomeo in Galdo. A proprie spese acquistarono una casa augurandosi di passar la loro vita nel lavoro e nelle pratiche di pietà e religione per perfezionarsi nell'amore di Dio. Esse avevano una età che andava dai 17 ai 33 anni, e man mano si erano aggiunte altre aspiranti ad una vita devota. Mons. Giuseppe Consenti, vescovo pro tempore di Lucera, aveva permesso a queste giovani di vivere in vita comune, facendole redigere un piccolo regolamento, che fu scrupolosamente messo in pratica dalle associate.
Mons. Lorenzo Chieppa, succeduto nella direzione della diocesi, al vescovo Consenti, aveva approvato l'istituzione, e il regolamento che le formalizzava, promettendo di dare alle devote un abito e un nome che le distinguessero dalle altre donne del paese.
Inoltre fin dal 1909, avevano ottenuto il permesso di erigere nell'ambito del ritiro una cappellina del Santissimo Sacramento. Dopo 13 anni di vita comune, l'8 dicembre del 1918, un delegato vescovile, Mons. Giacomo Pellegrini, imponeva l'abito e il nome religioso a queste associate, ma in un'alternativa di ingressi e di decessi, il "piccolo ritiro" vive fino al 1925, allorchè intervenne, Mons. Di Girolamo, vescovo di Lucera, a consigliare le cosiddette "monachine", prospettando loro le incertezze del futuro: l'età di alcune aggregate, infatti raggiungeva gli 80 anni, e le strutture dell'associazione erano poco solide.
Difficoltà non lievi peraltro esistevano in seno al sacro ritiro, per cui il Vescovo diocesano suggerì alle "monachine" con affetto di buon pastore di aggregarsi ad un' istituto riconosciuto dalla Santa Sede. Esse dopo tentennamenti, dubbi e discussioni, soprattutto circa l'autonomia che avrebbero perduto, accettano quanto proposto dal proprio Vescovo e viene scelta come Congregazione cui unirsi l'Istituto delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue di Cristo, per il quale il Vescovo nutriva stima ed affetto.
Le figlie di Maria Immacolata inoltrano così regolare istanza al Vescovo per l'aggregazione in parola, il quale interpellata con esito positivo la Superiora Generale madre Latina Cortese, concorda con lei i particolari pratici per l'unione e fa istanza al Prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi Card. Laurenti, cui compiega la domanda firmata da diciassette "monachine" del "sacro ritiro" di Casalvecchio, richiedendo che per esse valesse il probandato già fatto, e poiché nel Regolamento del "sacro ritiro"" non era contemplato il noviziato, solo le associate meno anziane lo avrebbero dovuto fare in Roma, con le novizie Adoratrici; quelle più avanti in età o invalide era concesso di rimanere in Casalvecchio sotto la direzione di una Suora Adoratrice. Ne avrebbero avuto vantaggio Maddalena Braca di 80 anni, Veronica Agostinelli di 70 anni, e poche altre.
L'auspicata unione avvenne l'anno successivo, nel 1926; la Congregazione delle Adoratrici riceve i beni che le "monachine" lasciano per testamento e ne assumono anche l'obbligo dei debiti che gravano sul "sacro ritiro".
Tra il 1926 e i 1928, quattordici monachine si recano in Roma per il noviziato e dopo la professione fra le Adoratici, vengono destinate in varie comunità apostoliche dell'Istituto.
Non fu facile dunque l'arrivo delle adoratrici a Casalvecchio in quell'8 maggio 1927, giorno in cui la stessa superiore Generale Latina Cortese, accompagna Veneranda Santoro, presidente centrale, e le suore Violante Bartolucci e Maria Lungaroni perché diano vita con le più anziane monachine proprio nella sede così cara al loro cuore, a una nuova comunità di Adoratrici. Non è difficoltoso immaginare quanta prudenza e carità caratterizzarono i primi tempi della istituita comunità, cui fu preposta una suora di grande sensibilità in considerazione della presenza delle anziane che si unirono alle Adoratrici, con tutto il bagaglio delle abitudini e dei ricordi, al quale non potevano certamente rinunciare. alla comunità venne dato l'orientamento apostolico secondo lo spirito delle Adoratrici, in un programma che prevedeva la scuola di lavori femminili, il doposcuola e la catechesi, e alle quali hanno fatto seguito attività di formazione per le suore più giovani e la scuola materna per i bambini del paese.
Negli ultimi tempi esse si sono dedicate esclusivamente alla cura pastorale della parrocchia coaudiuvando il parrroco nelle diverse mansioni.
Fra le tante suore che hanno messo piede a Casalvecchio e hanno operato chi per poco tempo chi per molto ma tutte con grande entusiasmo e spirito di umiltà e servizio si ricorda fra le altre:
suor Angela Gentili, suor Giuseppina Pacifico, suor Maria Letizia Nardone, suor Carla Poppa, suor Grazia Cafaro (attualmente superiora nella vicina comunità di Castelnuovo), suor Natalina De Nisi, suor Lucia Ramunno, suor Maria Paolina Palladino, suor Immacolata Iannantuono, Suor Raffaella Cesano, suor Rosa Tolve, altre ancora purtroppo decedute: suor Giuseppina De Lisi, Suor Maria Baldassarre, suor Antonietta Ricco, che è stata anche insegnante presso la scuola statale dell'infanzia, suor Grazia Valenzano, suor Maria Grazia D'amato, suor Maria Cipriani, suor Silvia Conte, suor Maria Ardito, suor Luigina d'Andrea, suor Eufemia Mazzone, suor Maddalena Fano, suor Lucia Antonicelli, suor Girolama Violante, suor Carmela Terlizzi, suor Rosa Palumbo, suor Incoronata Capuano, suor Francesca Girardi, suor Annunziata Medusa, suor Antonietta Agerbino, suor Filomena Loreto, suor Anna d'Ammacco, suor Maria Armilotta, suor Maria D'Andrea, suor Maria De Giosa, Suor Felicia Lomio.
Inoltre dal 14 al 29 ottobre del 1995, i padri e le suore del preziosissimo sangue, per volontà dell'allora parroco di Casalvecchio Don Erminio Di Bello, svolsero un'importante ed intensa missione popolare nella comunità, essa fu animata da Don Domenico Calabrese, (deceduto) Don Eliseo Pace e Don Mario Giacometti, e da Suor Ermelinda Potenza e Suor Antonietta Loreti, i quali con intrepida testimonianza di fede e non mancarono di suscitare nuove speranze e nuove vocazioni sacerdotali. Ma già nel passato la Congregazione fondata da santa Maria de Mattias fece breccia nel cuore di molte delle ragazze di Casalvecchio, le quali poi decisero di consacrarsi per sempre a Dio attraverso i voti perpetui; attualmente sono rimaste in vita suor Anna Fino e suor Maria Grazia Boccamazzo che è anche l'ultima religiosa del nostro paese ad aver emesso i voti in una indimenticabile giornata di maggio del 1989.
Foto del 1993. A sinistra suor Grazia Valenzano (deceduta) a destra Suor Maria Letizia Nardone (superiora) accanto alle catechiste Pina Criasia e Giovanna Niro (prematuramente deceduta). Al centro Don Erminio (deceduto) con l'insegnante di classe Maria Marchione di Casalnuovo ed una sua collega di Pietra Montecorvino.