Se n'è andata
SUOR ENRICHETTA CELOZZI
Lutto nella congregazione delle suore "Figlie di Maria Santissima, Madre della Divina Provvidenza e del Buon Pastore" per la scomparsa di Suor Enrichetta Celozzi, nativa di Casalvecchio di Puglia (FG).
Neppure un mese fa Suor Enrichetta si era fratturata il femore, mentre si accingeva gioiosa ad accendere le candele dell'altare nella cappella della sua comunità residenziale di Pirri, piccolo centro abitato appartenente alla città metropolitana di Cagliari.
Subito soccorsa e trasportata in ospedale, fu sottoposta tre giorni dopo ad un intervento chirurgico ben riuscito, che le permise in breve tempo di rientrare in comunità.
Da soli pochissimi giorni, era stata trasferita presso la RSA Mons. Angioni di Quartu Sant'Elena, per iniziare le cure riabilitative.
Lei stessa aveva confidato alle sue consorelle di trovarsi bene nella nuova struttura, nella quale purtroppo è venuta a mancare nella serata del 26 novembre, vigilia della prima domenica di Avvento; aveva perfino cenato, senza dare alcun segnale di sofferenza, quando all'improvviso è spirata verso le ore 19.30.
Con Suor Enrichetta va via un pezzo di storia della congregazione delle suore di cui faceva parte da numerosissimi anni.
La sua vocazione alla vita religiosa è maturata nel suo comune di origine: Casalvecchio di Puglia, dove Suor Enrichetta frequentava assiduamente la parrocchia, guidata dall'allora arciprete don Filippo Ronca.
Quando nacque Suor Enrichetta nel 1932, era il giorno solenne di Natale, per questo i suoi genitori Francesco e Luisa Fratta la fecero subito battezzare con il nome di Natalina, che era la primogenita di sei fratelli Nicola, Matteo, Antonietta, Luigina e Giuseppe (quest'ultimo è l'unico fratello rimasto in vita e risiede in America).
A quasi 26 anni, il 16 novembre del 1958, Natalina oramai adulta, decise di entrare nell'ordine delle Suore del Buon Pastore a Cagliari, lasciando la sua bella famiglia e il suo caro paese natio; l'anno successivo il 13 aprile, si celebrò il rito della sua Vestizione.
Con la professione temporanea, avvenuta nel 1961, Natalina scelse il nome di Enrichetta, in memoria di una sua carissima zia, e cinque anni più tardi, l'11 aprile del 1966 confermò definitivamente la sua scelta di vita attraverso i Voti perpetui che professò solennemente presso la casa madre di Cagliari.
Infatti, lo scorso anno nel mese di aprile, aveva voluto ringraziare il Signore insieme alle sue consorelle per il dono della fede, nel suo 60° anniversario di vita consacrata.
La congregazione che suor Enrichetta aveva deciso di abbracciare sin da giovane (nella quale fanno parte tra l'altro anche suor Maria Cipriani e suor Luciana Gallucci, entrambe native di Casalnuovo Monterotaro, a soli tre chilometri da Casalvecchio) è stata fondata da mons. Virgilio Angioni, intorno agli anni '30 del secolo scorso (anche se fu riconosciuta ufficialmente soltanto dopo la sua morte). Lo scopo della congregazione, secondo la volontà del suo fondatore, era quello di operare nella carità, nell'accoglienza, e nell'assistenza, unita ad altre povertà e miserie.
Quella carità, quell'accoglienza e quell'assistenza che suor Enrichetta ha saputo incarnarne nella propria vita, nelle diverse comunità in cui si è spesa, offrendo tutta sé stessa con umiltà e fervore.
Fra queste, in modo particolare, lei amava ricordava con piacere l'esperienza vissuta presso il collegio Colasanzio di Genova, che ospitava allora quasi 500 studenti; durante quegli anni, Suor Enrichetta ha dato prova di quanto fosse molto brava nel cucito, realizzando e sistemando fra le altre cose, diversi abiti dei padri scolopi che gestivano il collegio.
Prima ancora era stata a Cagliari presso la casa madre.
Negli anni 2000 suor Enrichetta chiese alla madre generale di essere trasferita presso la comunità di Roma per essere più vicina alla sua anziana madre (deceduta poi nel marzo del 2010 all'età di 97 anni, appena pochi giorni prima dalla morte di Luigina, sorella di suor Enrichetta).
Infine tornò nella comunità-casa di riposo "San Giuseppe" di Pirri, dove c'era già stata negli anni addietro, e dove ha vissuto gli ultimi dieci anni della sua vita, una comunità di suore anziane che lei stessa amava accudire, e quando era necessario anche imboccare, motivo per cui le volevano tutti molto bene, riconoscenti del suo altruismo.
In tutte le sedi in cui è stata, Suor Enrichetta ha saputo mettere in luce il suo carisma, sempre ed esclusivamente proteso al servizio degli altri, da tutti riconosciuta come una brava suora, laboriosa, affabile, attenta, paziente, pronta al sacrificio.
Scrupolosa nell'ordine e nella pulizia, per questo nelle sue mansioni non mancavano mai la stireria.
Perfino negli ultimi anni, pur col peso dell'età che avanzava, teneva tutto sotto controllo, soprattutto nella cappella della comunità, per la quale le era stato affidato il compito di sacrista.
E quando i problemi di salute si fecero più insistenti, suor Enrichetta si era mostrata più volte rammaricata perché non voleva assolutamente essere un peso per le sue consorelle, e inoltre, si dispiaceva molto che non poteva essere loro di aiuto, come avrebbe voluto.
Neppure un mese fa Suor Enrichetta si era fratturata il femore, mentre si accingeva gioiosa ad accendere le candele dell'altare nella cappella della sua comunità residenziale di Pirri, piccolo centro abitato appartenente alla città metropolitana di Cagliari.
Subito soccorsa e trasportata in ospedale, fu sottoposta tre giorni dopo ad un intervento chirurgico ben riuscito, che le permise in breve tempo di rientrare in comunità.
Da soli pochissimi giorni, era stata trasferita presso la RSA Mons. Angioni di Quartu Sant'Elena, per iniziare le cure riabilitative.
Lei stessa aveva confidato alle sue consorelle di trovarsi bene nella nuova struttura, nella quale purtroppo è venuta a mancare nella serata del 26 novembre, vigilia della prima domenica di Avvento; aveva perfino cenato, senza dare alcun segnale di sofferenza, quando all'improvviso è spirata verso le ore 19.30.
Con Suor Enrichetta va via un pezzo di storia della congregazione delle suore di cui faceva parte da numerosissimi anni.
La sua vocazione alla vita religiosa è maturata nel suo comune di origine: Casalvecchio di Puglia, dove Suor Enrichetta frequentava assiduamente la parrocchia, guidata dall'allora arciprete don Filippo Ronca.
Quando nacque Suor Enrichetta nel 1932, era il giorno solenne di Natale, per questo i suoi genitori Francesco e Luisa Fratta la fecero subito battezzare con il nome di Natalina, che era la primogenita di sei fratelli Nicola, Matteo, Antonietta, Luigina e Giuseppe (quest'ultimo è l'unico fratello rimasto in vita e risiede in America).
A quasi 26 anni, il 16 novembre del 1958, Natalina oramai adulta, decise di entrare nell'ordine delle Suore del Buon Pastore a Cagliari, lasciando la sua bella famiglia e il suo caro paese natio; l'anno successivo il 13 aprile, si celebrò il rito della sua Vestizione.
Con la professione temporanea, avvenuta nel 1961, Natalina scelse il nome di Enrichetta, in memoria di una sua carissima zia, e cinque anni più tardi, l'11 aprile del 1966 confermò definitivamente la sua scelta di vita attraverso i Voti perpetui che professò solennemente presso la casa madre di Cagliari.
Infatti, lo scorso anno nel mese di aprile, aveva voluto ringraziare il Signore insieme alle sue consorelle per il dono della fede, nel suo 60° anniversario di vita consacrata.
La congregazione che suor Enrichetta aveva deciso di abbracciare sin da giovane (nella quale fanno parte tra l'altro anche suor Maria Cipriani e suor Luciana Gallucci, entrambe native di Casalnuovo Monterotaro, a soli tre chilometri da Casalvecchio) è stata fondata da mons. Virgilio Angioni, intorno agli anni '30 del secolo scorso (anche se fu riconosciuta ufficialmente soltanto dopo la sua morte). Lo scopo della congregazione, secondo la volontà del suo fondatore, era quello di operare nella carità, nell'accoglienza, e nell'assistenza, unita ad altre povertà e miserie.
Quella carità, quell'accoglienza e quell'assistenza che suor Enrichetta ha saputo incarnarne nella propria vita, nelle diverse comunità in cui si è spesa, offrendo tutta sé stessa con umiltà e fervore.
Fra queste, in modo particolare, lei amava ricordava con piacere l'esperienza vissuta presso il collegio Colasanzio di Genova, che ospitava allora quasi 500 studenti; durante quegli anni, Suor Enrichetta ha dato prova di quanto fosse molto brava nel cucito, realizzando e sistemando fra le altre cose, diversi abiti dei padri scolopi che gestivano il collegio.
Prima ancora era stata a Cagliari presso la casa madre.
Negli anni 2000 suor Enrichetta chiese alla madre generale di essere trasferita presso la comunità di Roma per essere più vicina alla sua anziana madre (deceduta poi nel marzo del 2010 all'età di 97 anni, appena pochi giorni prima dalla morte di Luigina, sorella di suor Enrichetta).
Infine tornò nella comunità-casa di riposo "San Giuseppe" di Pirri, dove c'era già stata negli anni addietro, e dove ha vissuto gli ultimi dieci anni della sua vita, una comunità di suore anziane che lei stessa amava accudire, e quando era necessario anche imboccare, motivo per cui le volevano tutti molto bene, riconoscenti del suo altruismo.
In tutte le sedi in cui è stata, Suor Enrichetta ha saputo mettere in luce il suo carisma, sempre ed esclusivamente proteso al servizio degli altri, da tutti riconosciuta come una brava suora, laboriosa, affabile, attenta, paziente, pronta al sacrificio.
Scrupolosa nell'ordine e nella pulizia, per questo nelle sue mansioni non mancavano mai la stireria.
Perfino negli ultimi anni, pur col peso dell'età che avanzava, teneva tutto sotto controllo, soprattutto nella cappella della comunità, per la quale le era stato affidato il compito di sacrista.
E quando i problemi di salute si fecero più insistenti, suor Enrichetta si era mostrata più volte rammaricata perché non voleva assolutamente essere un peso per le sue consorelle, e inoltre, si dispiaceva molto che non poteva essere loro di aiuto, come avrebbe voluto.
Suor Enrichetta aspettava sempre con molta gioia la ricorrenza del Santo Natale, che per lei ha assunto sin da piccola un valore doppiamente simbolico, sia per la crescita della sua fede e sia per l'importanza che tale data ha avuto per la sua esistenza, essendo lei stessa nata il giorno di Natale, motivo per cui i suoi genitori la vollero chiamare Natalina.
Fra pochi giorni, Suor Enrichetta avrebbe spento quindi ben 90 candeline, una lunga e intensa vita tutta spesa fedelmente per la sua amata congregazione e per la Chiesa di Dio.
Per questo vogliamo immaginare, che abbia deciso semplicemente di anticipare la sua festa di compleanno, ancor più per poter pregustare la solennità del Santo Natale, direttamente dal Banchetto del Cielo, per viverlo finalmente nella pienezza della Grazia, insieme ai suoi cari che l'hanno preceduta nel sonno della pace.
Siamo certi, pertanto, che ella come sposa fedele di Cristo, andrà ancora una volta incontro al Signore che viene, e questa volta per lei, sarà certamente un incontro senza fine.
Fra pochi giorni, Suor Enrichetta avrebbe spento quindi ben 90 candeline, una lunga e intensa vita tutta spesa fedelmente per la sua amata congregazione e per la Chiesa di Dio.
Per questo vogliamo immaginare, che abbia deciso semplicemente di anticipare la sua festa di compleanno, ancor più per poter pregustare la solennità del Santo Natale, direttamente dal Banchetto del Cielo, per viverlo finalmente nella pienezza della Grazia, insieme ai suoi cari che l'hanno preceduta nel sonno della pace.
Siamo certi, pertanto, che ella come sposa fedele di Cristo, andrà ancora una volta incontro al Signore che viene, e questa volta per lei, sarà certamente un incontro senza fine.
La comunità parrocchiale di Casalvecchio di Puglia con sentimenti di sincera gratitudine si unisce alla congregazione delle suore del Buon Pastore attraverso la preghiera e il ricordo affettuoso di una nostra diletta figlia, e sarà spiritualmente presente alla messa esequiale che si svolgerà il 29 novembre alle ore 10 presso la chiesa di San Benedetto di Cagliari, a cui avrebbe dovuto prendere parte anche suo fratello Giuseppe, che invece a causa della lontananza atterrerà in Italia soltanto a funerali conclusi, ugualmente in tempo però per rivolgere un simbolico ma pur sempre sentito e doveroso saluto alla sorella, dinanzi alla sua tomba, presso il cimitero di Cagliari.
La cerimonia funebre sarà officiata da don Serafino Zunchetti, nel giorno in cui la Chiesa fa memoria di San Francesco Antonio Fasani, (santo di Lucera, che dista pochi chilometri da Casalvecchio Di Puglia) e nel giorno in cui inizia la novena a Maria Immacolata, della quale suor Enrichetta era molto devota.
Affidiamo, dunque alla loro intercessione e a quella del suo fondatore, il venerabile Virgilio Angioni, l'anima della nostra cara Suor Enrichetta, affinché l'accompagnino sicura in quest' ultima tappa verso la Gloria del cielo.
Grazie infinite Suor Enrichetta per la tua instancabile testimonianza di carità e operosità, riposa in pace!
Pasquale Criasia
La cerimonia funebre sarà officiata da don Serafino Zunchetti, nel giorno in cui la Chiesa fa memoria di San Francesco Antonio Fasani, (santo di Lucera, che dista pochi chilometri da Casalvecchio Di Puglia) e nel giorno in cui inizia la novena a Maria Immacolata, della quale suor Enrichetta era molto devota.
Affidiamo, dunque alla loro intercessione e a quella del suo fondatore, il venerabile Virgilio Angioni, l'anima della nostra cara Suor Enrichetta, affinché l'accompagnino sicura in quest' ultima tappa verso la Gloria del cielo.
Grazie infinite Suor Enrichetta per la tua instancabile testimonianza di carità e operosità, riposa in pace!
Pasquale Criasia