CASALVECCHIO DI PUGLIA
stemma del gonfalone comunale
E' un piccolo comune di quasi 2000 abitanti, appartenente alla provincia di Foggia, (da cui dista 44 km); si erge a circa 500 metri sul livello del mare fra le belle colline del Sub-appenino dauno, su una superficie di 31,72 Km², incastonato fra i vicini comuni di Casalnuovo Monterotaro e Castelnuovo della Daunia.
Il paese è prevalentemente agricolo, essendo ricco di campagne fertili coltivate in gran parte da cereali, ulivi e viti. Svariati sono inoltre i prodotti enogastronomici del posto, che coniugati all'aria mite e salubre, offrono al visitatore una buona accoglienza.
CENNI STORICI - CASALVECCHIO DEGLI ALBANESI
Casalvecchio deve le sue origini ad uno dei tanti flussi migratori degli albanesi avvenuti fra il '400 e il '500. Infatti in quel tempo durante l'era di Giorgio Castriota Skanderbeg molte colonie di albanesi, per non sottostare al dominio dell'impero turco, e con ciò abiurare alla loro religione, decisero di lasciare il loro territorio per cercare fortuna e libertà oltre i loro confini nazionali. Per questo motivo raggiunsero in massa anche l'Italia meridionale, e qui poterono contare sin da subito sull'amicizia degli aragonesi, ma soprattutto dell'accoglienza del Re di Napoli, del favore dei papi, e di alcuni feudatari locali, bisognosi di ripopolare le quasi deserte terre del regno. Anche il territorio dauno venne invaso dagli albanesi fra il 1468 e il 1476. Nel 1552 il vice Re di Napoli, Cardinale Granvela, però ne ordinò l'incendio di tutti i casali aperti, compreso Casalvecchio, e gli abitanti furono costretti a ripararsi nel territorio murato di Castelluccio degli Schiavi (oggi Castelnuovo della Daunia), pur conservando i propri rappresentanti.
Qui però la convivenza con gli abitanti del posto, non fu affatto semplice, anzi col tempo le diversità caratteriali e culturali dei due popoli si accentuarono, fino a quando nel 1571 gli albanesi si videro riconosciuta la loro autonomia, così da poter ripopolare di lì a poco il vecchio casale che come dimostrano alcuni documenti era denominato: Sanctus Petrus de Castelluccio, e che successivamente prese il nome di Casalvecchio degli albanesi, per poi giungere alla denominazione attuale.
Nel 1595 Casalvecchio numerava 30 fuochi, nel 1648: 63 fuochi e nel 1669: 82 fuochi (per ogni fuoco si considerano in media 5 abitanti); con il termine fuoco si intende un focolare ovvero una famiglia.
Dopo aver già costruito una piccola chiesa in onore di Sant'Antonio, alla fine del 1600 costruirono la chiesa parrocchiale, la quale venne consacrata il 27 giugno 1713 dal cardinale Orsini, dedicandola ai santi Pietro e Paolo apostoli.
Nel 1718 infine fu avviata la costruzione della chiesa intitolata alla Madonna delle Grazie.
BILINGUISMO
Per merito delle sue origini, Casalvecchio è quindi un paese bilingue: oltre all'italiano vi si parla infatti l'arberesh, ovvero l'albanese, una delle lingue europee più antiche. Gli atti pubblici del "Comune di Casalvecchio: "Bashkia Kazallvèqui" sono in doppia lingua, e le strade hanno una doppia intestazione: "via - udha", come il corso principale intitolato a
"Gjergji Kastriot Skanderbeg" eroe nazionale dell' Albania, la scuola media è intitolata a Girolamo De Rada, uno dei massimi scrittori di etnia albanese.
All'ingresso del paese il cartello stradale di benvenuto è anche in lingua albanese " Mir se erdhet".
A testimonianza del profondo e antico legame che unisce i due popoli, lo scorso 8 novembre 2019 ha fatto visita al nostro piccolo paesino, il presidente della Repubblica albanese, Ilir Meta, un evento che certamente resterà negli annali della storia di Casalvecchio.
TRADIZIONI DI DERIVAZIONE ALBANESE
Anche alcune tradizioni di origine albanese si sono conservate intatte fino a
nostri giorni, fra le più suggestive si ricorda il "Vajtim" un antico canto o lamento funebre, con il quale alcune donne salutavano il caro estinto, raccontando alcuni episodi della sua vita in lingua albanese e attorno al feretro dell'estinto.
SINDACO
Il primo cittadino del comune è l'ingegner Andreano Noè eletto per la prima volta il 1°giugno 2015 con il sostegno di una lista civica, e riconfermato dai cittadini di Casalvecchio nelle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020.
Prima di lui sono stati eletti sindaci (dal 1993 anno di introduzione diretta dell'elezione del sindaco) dal più recente: dott. Mauro Piccirilli, dott. Michele Boccamazzo, prof. Matteo Tosches, (deceduto) ing. Matteo Calzone.
Il paese è prevalentemente agricolo, essendo ricco di campagne fertili coltivate in gran parte da cereali, ulivi e viti. Svariati sono inoltre i prodotti enogastronomici del posto, che coniugati all'aria mite e salubre, offrono al visitatore una buona accoglienza.
CENNI STORICI - CASALVECCHIO DEGLI ALBANESI
Casalvecchio deve le sue origini ad uno dei tanti flussi migratori degli albanesi avvenuti fra il '400 e il '500. Infatti in quel tempo durante l'era di Giorgio Castriota Skanderbeg molte colonie di albanesi, per non sottostare al dominio dell'impero turco, e con ciò abiurare alla loro religione, decisero di lasciare il loro territorio per cercare fortuna e libertà oltre i loro confini nazionali. Per questo motivo raggiunsero in massa anche l'Italia meridionale, e qui poterono contare sin da subito sull'amicizia degli aragonesi, ma soprattutto dell'accoglienza del Re di Napoli, del favore dei papi, e di alcuni feudatari locali, bisognosi di ripopolare le quasi deserte terre del regno. Anche il territorio dauno venne invaso dagli albanesi fra il 1468 e il 1476. Nel 1552 il vice Re di Napoli, Cardinale Granvela, però ne ordinò l'incendio di tutti i casali aperti, compreso Casalvecchio, e gli abitanti furono costretti a ripararsi nel territorio murato di Castelluccio degli Schiavi (oggi Castelnuovo della Daunia), pur conservando i propri rappresentanti.
Qui però la convivenza con gli abitanti del posto, non fu affatto semplice, anzi col tempo le diversità caratteriali e culturali dei due popoli si accentuarono, fino a quando nel 1571 gli albanesi si videro riconosciuta la loro autonomia, così da poter ripopolare di lì a poco il vecchio casale che come dimostrano alcuni documenti era denominato: Sanctus Petrus de Castelluccio, e che successivamente prese il nome di Casalvecchio degli albanesi, per poi giungere alla denominazione attuale.
Nel 1595 Casalvecchio numerava 30 fuochi, nel 1648: 63 fuochi e nel 1669: 82 fuochi (per ogni fuoco si considerano in media 5 abitanti); con il termine fuoco si intende un focolare ovvero una famiglia.
Dopo aver già costruito una piccola chiesa in onore di Sant'Antonio, alla fine del 1600 costruirono la chiesa parrocchiale, la quale venne consacrata il 27 giugno 1713 dal cardinale Orsini, dedicandola ai santi Pietro e Paolo apostoli.
Nel 1718 infine fu avviata la costruzione della chiesa intitolata alla Madonna delle Grazie.
BILINGUISMO
Per merito delle sue origini, Casalvecchio è quindi un paese bilingue: oltre all'italiano vi si parla infatti l'arberesh, ovvero l'albanese, una delle lingue europee più antiche. Gli atti pubblici del "Comune di Casalvecchio: "Bashkia Kazallvèqui" sono in doppia lingua, e le strade hanno una doppia intestazione: "via - udha", come il corso principale intitolato a
"Gjergji Kastriot Skanderbeg" eroe nazionale dell' Albania, la scuola media è intitolata a Girolamo De Rada, uno dei massimi scrittori di etnia albanese.
All'ingresso del paese il cartello stradale di benvenuto è anche in lingua albanese " Mir se erdhet".
A testimonianza del profondo e antico legame che unisce i due popoli, lo scorso 8 novembre 2019 ha fatto visita al nostro piccolo paesino, il presidente della Repubblica albanese, Ilir Meta, un evento che certamente resterà negli annali della storia di Casalvecchio.
TRADIZIONI DI DERIVAZIONE ALBANESE
Anche alcune tradizioni di origine albanese si sono conservate intatte fino a
nostri giorni, fra le più suggestive si ricorda il "Vajtim" un antico canto o lamento funebre, con il quale alcune donne salutavano il caro estinto, raccontando alcuni episodi della sua vita in lingua albanese e attorno al feretro dell'estinto.
SINDACO
Il primo cittadino del comune è l'ingegner Andreano Noè eletto per la prima volta il 1°giugno 2015 con il sostegno di una lista civica, e riconfermato dai cittadini di Casalvecchio nelle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020.
Prima di lui sono stati eletti sindaci (dal 1993 anno di introduzione diretta dell'elezione del sindaco) dal più recente: dott. Mauro Piccirilli, dott. Michele Boccamazzo, prof. Matteo Tosches, (deceduto) ing. Matteo Calzone.
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